martedì 27 marzo 2018

DERIVATI A TORINO: l'unica cosa chiara sono le perdite

15.202.844  di  euro! È la perdita subita, solo nel 2016, dal Comune di Torino, per i contratti di finanza derivata da esso sottoscritti. Sui prestiti di cui è titolare e dai cui rischi intendeva coprirsi, il Comune ha cioè pagato oltre 15 milioni  in più rispetto a quanto avrebbe fatto se non avesse stipulato i derivati “di copertura”…

Il saldo dei derivati (strumenti finanziari ad elevato rischio, complessi e costosi) ha segno negativo per la città ormai da molti anni, per importi enormi, che sono così sottratti alla gestione dei servizi indispensabili per la vita delle persone (sostegno al reddito, servizi sociali e culturali, accoglienza, edilizia scolastica, trasporti, verde, ecc.).

Nonostante le pesanti ricadute sulla comunità, i documenti relativi ai contratti derivati non sono pubblici. Non fu accolta infatti la richiesta contenuta nella petizione popolare presentata in Consiglio Comunale il 22 gennaio scorso: il Comune ha consentito soltanto di visionare i documenti ma non di fotocopiarli per poterli analizzare con calma, cosa che ha reso necessario un apposito accesso agli atti.

Dei derivati sottoscritti, alcuni sono già scaduti, mentre sono 18 i contratti tuttora esistenti. Stipulati dal 2002 al 2007 (gli anni della “passione” olimpica…), con DEXIA CREDIOP, INTESA SAN PAOLO, JP MORGAN, UNICREDIT e ROYAL BANK OF SCOTLAND, presentano scadenze anche molto lontane (fino al 2037). La posizione del Comune è molto critica: dovrà pagare somme ingenti anche nei prossimi anni; e non li può nemmeno estinguere, se non pagando una “taglia” di 167.801.985 di euro… Con i “famigerati” derivati, dal 2002 ad oggi il Comune ha perso più di 74.000.000 sempre di euro! Un ottimo affare per le Banche.

Studiando le informazioni finora in nostro possesso (contenute nella Relazione al Rendiconto del Bilancio del Comune), abbiamo riscontrato alcuni elementi che suscitano perplessità, tra i quali: in diversi casi l’accettazione, da parte del  Comune, di tassi fissi doppi rispetto a quelli di mercato dovuti sul prestito sottostante,  la presenza di garanzie strutturate per favorire le banche, la frequente stipula di contratti in lingua inglese che prevedono, in caso di controversie, il ricorso a tribunali stranieri.
Al di là dell’esito finale dei procedimenti giudiziari in corso (penale e amministrativo), è chiaro che si tratta di scommesse fatte impiegando risorse pubbliche, contratti rischiosi che hanno trasferito grandi quantità di denaro dalle istituzioni comunali a grossi istituti di credito (e continueranno a farlo nei prossimi anni).

Per queste ragioni chiediamo all’ Amministrazione cittadina di pubblicare sul proprio sito tutta la documentazione (derivati e posizioni debitorie sottostanti) e di affrontare con coraggio la questione derivati cominciando da una moratoria dei pagamenti alle banche.

Al Consiglio Comunale, che si appresta a varare nella prima metà di aprile il Bilancio di previsione 2018, chiediamo di non autorizzare questi pagamenti alle banche ma di destinarli invece alla spesa sociale corrente, soprattutto quella in favore della popolazione più povera e sfruttata.  

STOP al debito olimpico e ai contratti derivati, 
stipulati con le banche per finanziare le Olimpiadi 2006!

Impediamo che lo scempio si ripeta per le Olimpiadi 2026!

Twitter: @assemblea21 - Facebook: www.facebook.com/assemblea21

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